Il cinema documentario di Ugo Saitta è prima di tutto testimonianza di una Sicilia che non c’è più. Rivedere e rileggere l’isola, attraverso il suo cinema, significa recuperare uno sguardo ingenuo e speranzoso su uno sviluppo economico basato tanto sul turismo naturalistico quanto sulle aspirazioni industriali del boom economico. L’Etna e la sciara, le miniere di zolfo e i carusi, il battesimo della barca e le sponde decorate dei carretti, i pupi e le processioni religiose, ogni singola inquadratura, ogni sequenza, ogni gioco di luce e taglio di montaggio concorrono a disegnare una Sicilia del mito e insieme dei bisogni terreni.